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    Enciclopedia del Mistero e dell'Impossibile



   STORIE INCREDIBILI

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   IL TRIANGOLO
   DELLE BERMUDE












La pattuglia perduta

'Non sappiamo più dov'è l'ovest... non funziona più niente... e l'oceano non è più lo stesso...'


A quanto pare furono queste le ultime concitate parole urlate alla radio dal comandante di una squadriglia di cinque aerosiluranti della Marina Militare USA, nel 1945. Seguirono rumori strani e la pattuglia scomparve per sempre tra il cielo e il braccio di mare destinato a diventare famoso con il nome sinistro di Triangolo delle Bermude (o delle Bermuda), detto anche Triangolo del Diavolo.

'Scomparsi senza lasciare traccia...', si annotò nei verbali del controllo di volo e subito un altro aereo partì alla ricerca dei velivoli dispersi: un Martin Mariner che a sua volta scomparve misteriosamente nello stesso maledetto braccio di mare posto tra Miami, San Juan in Portorico e le Bermude.

Così cominciò la leggenda di quel pezzo di oceano che sembra far saltare le regole della navigazione.

Indagando sulla scomparsa dei cinque aerosiluranti-scuola, molti ritengono che il caso sia stato montato in funzione del mistero. Quattro dei velivoli scomparsi erano guidati da allievi, il comandante non conosceva la zona e il carburante era in esaurimento. Inoltre, non ci sono conferme circa il contenuto della conversazione-radio.

'Niente di più normale...', dicono i contestatori della tesi paranormale.



Però:


Dal 1840 al 1973 (anno di una delle ultime statistiche) sono stati 41 i battelli affondati o scomparsi o vaganti senza equipaggio nel triangolo maledetto.
Tra questi c'è il caso del trimarano Teign-mouth Electron, finito alla deriva nel 1969 per il presunto suicidio di chi la conduceva, di cui però non si trovò nessuna traccia.

Dal 1945 al 1965 sono stati 15 gli incidenti aerei con varie possibili cause, ma il più delle volte senza spiegazioni plausibili.

Fuori statistica, ci sono altre memorie ed altri racconti. Uno dei più interessanti si deve ad un tale Dick Stern, pilota militare che raccontò di aver vissuto un'esperienza simile a quella della squadriglia del 1945. Secondo quanto è narrato nel libro Orizzonte invisibile di Vincent Gaddis, l'avventura di Stern si svolse nel 1944: il suo fu l'unico di 7 velivoli militari che riuscì a tornare alla base, dopo che un vortice anomalo aveva provocato un pauroso fortunale, senza nuvole e a ciel sereno.


Come si spiega tutto questo?

Semplicemente non si spiega. Sono state azzardate varie interpretazioni degli stranissimi incidenti: dagli immancabili UFO (che stazionerebbero in zona) ad una terra sommersa (qualcosa del tipo Atlantide) che dal fondo del mare eserciterebbe una sorta di attrazione fatale verso i naviganti, come se fossero all'opera delle Sirene. Questo ovviamente non chiarisce molto e soprattutto non si può correlare agli incidenti aerei.

Semplicemente, il mistero rimane




Altre navi-fantasma



La Mary Celeste fu un brigantino canadese che nel 1872 si vide vagare tra le nebbie di un altro mare (tra le Azzorre e Gibilterra) come se fosse senza comandi e semplicemente in balia del vento.

Il veliero alla deriva fu avvistato dai marinai di una nave di passaggio che salirono a bordo trovandosi davanti uno scenario spettrale: non c'erano persone a bordo, né vive né morte, ma arredi, carico e scorte erano al loro posto. Bussole e strumenti di navigazione erano però fuori uso. Dei tanti barili di alcol che il brigantino avrebbe dovuto scaricare nel porto di Genova solo alcuni erano vuoti.


Anche in questo caso il mistero rimane, senza spiegazioni logiche per cui la Mary Celeste diventò il naviglio maledetto, dato che già prima dell'episodio di Gibilterra l'imbarcazione era stata coinvolta in strani incidenti.

Finì in abbandono perché non si trovarono marinai disposti ad imbarcarsi su quel mostro del mare.


L'avventura della Mary Celeste suggestionò Sir Arthur Conan Doyle, l'autore di libri gialli soprattutto famoso per aver creato il personaggio letterario di Sherlock Holmes, ma che in realtà fu sempre fortemente attratto da fenomeni paranormali ed eventi misteriosi che trattò in diversi suoi libri.

Il celebre scrittore scozzese elaborò nel 1884 il suo racconto sulla nave-fantasma, a tempo perso nel suo studio di medico.

La storia della Mary Celeste fu da lui in parte trasformata con modifiche delle informazioni di dettaglio e con il cambio del nome del battello in Marie Celeste.

Alle notizie che conosciamo Conan Doyle aggiunse il dato - non sappiamo se vero - relativo alla mancanza dell'unica barca in dotazione allo scafo riscontrata dai marinai della nave di salvataggio.

Fu il primo racconto del medico-scrittore che riscosse un così ampio riscontro di pubblico da essere indotto ad una continua attività letteraria.



Praticamente identica alla precedente è l'avventura della piccola nave mercantile inglese denominata Resolven che si vide vagare nelle acque di Terranova nello stesso anno in cui Conan Doyle scriveva il suo racconto più o meno fantastico sul brigantino canadese.

Il Resolven fu avvistato dal personale di una cannoniera britannica che andò su e lo ispezionò.
Niente equipaggio a bordo, una scialuppa mancante, lampade e fuochi di cucina ancora accesi. Nessuna traccia di una plausibile fuga precipitosa dei marinai fu però riscontrata nel mare circostante e il mistero creò la leggenda di un altro naviglio maledetto.
L'ipotesi paranormale sembrò confermata quando il Resolven fu riparato e rimesso in mare da un nuovo armatore. Qualche anno dopo però affondò nel mare di Terranova.


Prima dei fatti c'è il mito perché la storia della nave fantasma circolava in Europa già da secoli.
Un'imbarcazione dell'altro mondo con un equipaggio di spettri fu intercettata più volte dalla leggenda, quasi volante sul profilo dell'acqua e avvolta nel manto di tetre nubi, pronta a terrorizzare i battelli di passaggio con le anime morte di bordo che tentavano di comunicare con i vivi degli equipaggi incontrati.

Nacque così la sinistra epopea dell'Olandese Volante, il vascello delle illusioni più oscure che secondo qualcuno è realmente esistito.
Sarebbe stato un battello guidato nel Seicento da un abile lupo di mare capace di dare ritmo veloce alla navigazione: come dice il nome, un comandante olandese.

Ma il nome prese in realtà vigore nel 1840, quando Richard Wagner scrisse l'opera intitolata appunto L'Olandese Volante che narra di un marinaio condannato da Dio a solcare i mari, in eterno, senza meta, in espiazione dei suoi peccati.